RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - La polizia deve risarcire. Otto anni dopo
Genova, 23 settembre 2009
Una sentenza ha condannato il ministero dell´Interno a pagare per le botte
degli agenti ad un avvocato che sfilava pacificamente
La polizia deve risarcire. Otto anni dopo
DICONO che la fine del movimento no-global in Italia coincida con la
carica e le manganellate vibrate dalla polizia in corso Italia, sabato
pomeriggio 21 luglio 2001. C´erano trecentomila persone in corteo,
manifestavano pacificamente contro gli Otto Grandi. C´erano giovani,
anziani, e religiosi, e famiglie intere. Furono tutti deliberatamente
aggrediti dalle forze dell´ordine, massacrati indiscriminatamente. Le
botte subìte, il sangue, il terrore negli occhi di tutti, la drammatica e
indimenticabile esperienza, finì con lo spaventare a tal punto i
partecipanti da indurne molti a disertare le successive manifestazioni di
piazza. Meglio salvare la pelle, che rischiare di morire. Gli uomini in
divisa giustificarono il brutale intervento come una risposta alle
provocazioni di un gruppo di Black Bloc, infiltratisi tra i manifestanti.
Una bugia, come ha confermato indirettamente nei giorni scorsi una
sentenza del tribunale genovese. Che risarcendo un avvocato, ferito allora
dai colpi degli agenti anti-sommossa, motiva con parole chiarissime la
propria decisione: «Non è stato possibile conoscere le ragioni
dell´intervento con ‘carica´ in danno del corteo internazionale
autorizzato, che stava seguendo il percorso consentito, ed il lancio di
lacrimogeni». I comportamenti dei poliziotti furono «coscienti, volontari
e dolosi, e in nessun caso la condotta degli operanti in esame si può
ricondurre all´esercizio dei poteri legittimi».
La seconda sezione civile ha condannato il ministero dell´Interno al
pagamento di poco meno di seimila euro a favore di Stefano Palmisano
(assistito dai colleghi Alessandra Ballerini e Mauro Vano), che quel
pomeriggio di otto anni fa indossava una maglia con scritto "avvocato-lawyer" e – spaventato per l´improvviso lancio di lacrimogeni,
cui era seguita la carica degli agenti - si era pacificamente seduto a
ridosso della ringhiera di corso Italia. Arrivarono i poliziotti in tenuta
anti-sommossa e con il volto coperto dai caschi. Cominciarono a colpirlo
alla testa con i manganelli, spruzzandogli negli occhi del gas urticante e
scaraventandolo poi giù da una scalinata. Come lui, quel pomeriggio
finirono centinaia di persone inermi.
(m. cal.)